Ahia mi sono tagliato!!, x Vanessa

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.William.
view post Posted on 28/8/2011, 20:41     +1   -1




Che dolore maledetto,mentre tagliavo la legna per l'inverno non so come,forse dal manico della balestra,forse una scheggia che andò a colpire una vena ma mi uscì tanto di quel sangue che lo vidi scorrere sul tronco sottostante quello che veniva usato come appoggio per tagliare in piccoli pezzettini la legna..Porco di un troll,non avevo ancora niente con me,in quella capanna,ne garze,ne pozioni,ne acqua ossigenata,niente..dovevo solo dirigermi subito in infermeria e benchè la mia forza da lupo non mi faceva avvertire il dolore,quel taglio mi bruciava come un matto. Fui solo capace di stringere la ferita nel palmo con un pezzo di stoffa per non far vedere il sangue che scorreva come un fiume..mamma mia,che cavolo c'era li vicino? non avevo sicuramente tagliato la legna con la mazza al contrario..insomma non ero così idiota ma dal taglio sembrava che avevo preso l'ascia tra le mani invece che il manico. Ero anche vestito da schifo,canotta nera,jeans sporco e pieno di schegge,anfibi slacciati..insomma mi ero messo comodo per fare il mio lavoro..ed invece no,doveva succedermi proprio quel giorno. Sudavo ed era difficile che uno con la temperatura di 38-39 gradi coorporei suda..ma stavo davvero male,forse avevo dei pezzettini di legno all'interno per farmi un male cane così..e corsi verso il castello.Che bello essere ad Hogwarts,mi ricordava tanto i vecchi tempi,quando ero io ad indossare la divisa della mia casata,ero davvero felice per quell'incarico che mi avevano dato,quella possibilità dopo anni di incomprensione,di solitudine,l'opportunità ad un lupo mannaro di ritornare in oscietà,di ritornare a vivere come un degno cittadino..avevo avuto il lavoro sia insegnante che guardiacaccia e chi meglio di un lupo mannaro poteva fare entrambi? Bene, superai il ponte,il salone d'ingresso e su per l'infermeria..con la mano al petto che mi sporcò perfino la maglietta. Quando entrai nell'infermeria mi sentivo meno lucido e mi guardai intorno in cerca di qualche anima disponibile che mi aiutasse c'è nessuno? e mi sedetti su un lettino vicino guardando la mia mano..che cavolo avevo combinato improvvisamente???
 
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montez‚
view post Posted on 29/8/2011, 21:35     +1   -1




L'ora di rimboccare le lenzuola alle povere vittime di incantesimi finiti male era quasi arrivata, e Vanessa dopo aver riordinato tutta la dispensa delle pozioni per "Ferite permanenti", si apprestò ad abbandonare il suo retro bottega e a passi veloci raggiunse le corsie dell'infermeria, occupate da tre studenti della casata di Corvonero profondamente addormentati, capitati lì per aver tentato la sorte, assaggiando una delle tante caramelle lanciate per aria dal Poltergeist di Hogwarts. Il solito burlone.
Premurosa, si affacciò in ogni tendina dove giacevano i suoi pazienti e controllò che tutto fosse apposto, quando nel chiudere il secondo separè, le porte dell'infermeria si spalancarono e i suoi grandi occhi scuri voltarono lo sguardo verso l'entrata, osservando un'ombra apparentemente possente entrare e farsi strada tra la poca illuminazione del locale.
Una voce poi, e Vanessa si mostrò per correre in aiuto di chi così ansiosamente chiedeva la presenza di qualcuno.
Abbandonò le corsie e raggiunse l'ospite. Poi lo riconobbe, il nuovo insegnante di Hogwarts. Cura delle Creature Magiche. E guardiacaccia dell'immenso verde attorno al castello.
Si vociferavano molte cose sul suo conto. Che fosse un vampiro, o addirittura un lupo mannaro.
Forse vere le voci, o forse no. Vanessa corse in suo aiuto non appena notò che l'uomo era ferito.
«Sono qui, eccomi asserì cordialmente avvicinandosi poi si ritrovò innanzi a lui e scrutò la sua mano mordendosi appena il labbro inferiore, alzando gli occhi nei suoi.
Era la prima volta che lo vedeva da vicino.
«Questo taglio te lo sei procurato con una lama, sbaglio? disse sicura di ciò che aveva appena visto, e prese con una mano, delicata, la sua, ferita. Con l'altra afferrò la bacchetta nella tasca del camice bianco abbottonato, e senza pronunciar parola magica, la puntò sulla ferita e una lieve luce verde apparse silenziosa per poi svanire.
Ferma il dolore e la fuoriuscita di sangue spiegò lasciando la sua mano e riponendo la bacchetta nella tasca. Seguimi, medichiamo la ferita terminò con un sorriso dolce, voltandogli educata le spalle per avviarsi nel suo ufficio.
Il sole spariva lentamente.
 
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.William.
view post Posted on 29/8/2011, 22:14     +1   -1




Porca di una fata Margot con tutto il cappello sulla testa l'infermiera era di una bellezza stravolgente..la guardai con la bocca aperta o almeno quasi,insomma ci mancava poco alla mia faccia da ebete e con l'altra mano quella che si era appoggiata sul letto per reggermi scivolò come il più idiota dei ragazzini..la guardai ancora e sorrisi di rimando alla sua cordialità..lei era..bho non sapevo spiegarmi cosa era..era una divina luce,un miraggio,qualcosa che il sangue provocava ad alto potenziale,il mio cuore batteva senza conoscerla..ma ne avevo viste di bellezze,mi ero sempre fermato ad osservarle..ma lei o lei era divina.Non avevo mai visto in vita mia un' infermiera così bella eppure molto volte era in ospedale che finivo,per i tagli del mio volto e per altre cose che avevano sempre come scusa "si è rotto un vetro".Cavolo che ingiustizia,quando andavo a scuola era sempre vecchia,mai una volta che avevo intenzione ed il volere di entrare lì dentro con le mie gambe,mi ci portavano..con lei invece,avrei fatto la fila anche per un semplice mal di pancia.. mi sarei fatto visitare,fatto prescrivere ogni forma di intollerenza..era davvero meravigliosa.Quando mi chiese se quel taglio me l'avessi procurato con una lama la guardai per una decina di secondi senza proferire risposta e poi come se qualcuno mi avesse scaraventato giù dal balcone annuì mordendomi il labbro inferiore.Ero rimasto incantato per quello che aveva fatto si..si era morsa quel..ehm si..balestra..insomma tagliava..tagliava il legname,cioè tagliavo ma tenendo il manico,solo che il sangue è fuoriuscito da solo improvvisamente,sono andato a vedere il manico ed era aperto,tagliente.. caxxo dovevo sempre fare la figura del pover uomo,non era possibile e sorrisi,ma cosa avevo da sorridere? insomma avevo una mano piena di sangue e sorridevo? Quando mi prese poi quest'ultima non vi dico..la guardai ancora e ritornai poi sulla ferita,estrasse la bacchetta e mi incantai ad osservarla nel fare l'incantesimo,una luce verde colpì la mia mano arrestandomi il dolore e la fuoriuscita di sangue,lei stessa mi spiegò cosa serviva ed annuì poi una volta posata la bacchetta, mi disse di seguirla per la medicazione. Si..ti..vi seguo.. era una visione celestiale davvero,non volevo fare il cascamorto,insomma non ero così..ero abbastanza impacciato con i rapporti sociali..ma lei mi aveva folgorato..siete nuova qui? insomma ho lasciato Hogwarts che l'infermiera aveva quasi la dentiera..fortunati gli studenti di questa annata.. e la seguivo sempre..fin quando non giungemmo in un ufficio..mi guardai intorno,mi tenevo la mano e per un attimo abbassai gli occhi sulla ferita ma c'era un'altra cosa che non quadrava..porc.. e mi tuffai totalmente fuori dalla porta verso un tavolo con delle garze e con velocità me l'avvolsi sull'avambraccio sinistro dove avevo il morso che mi aveva trasformato non coperto,ero convinto di aver messo la fascia per nasconderlo..ed invece l'avevo dimenticata.Dopo un fracasso tremendo spuntai di nuovo sotto l'arco della porta e la guardai con un sorriso stava..stava cadendo una pozione.. ed entrai deglutendo,sperando vivamente che non avesse notato il morso quando mi prese la mano,speravo davvero..non volevo che mi trattasse come un mostro,solo la preside sapeva cosa ero ed altri insegnanti..e mi trattavano comunque con più freddezza rispetto a tutti gli altri,ero da poco uscito da questo disprezzo sociale e da questa storia..che mi portò indietro nel passato a quando uccisi la mia ex ragazza..ma non volevo pensarci,ero un insegnante ora..non più sono un lupo mannaro..
 
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montez‚
view post Posted on 29/8/2011, 22:45     +1   -1




L'idea di farsi seguire da un uomo mai visto prima d'ora e per di più balbettante e piuttosto nervoso alla sua presenza, era alquanto insolito. Per lei ovviamente. Non voltava mai le spalle a chi non conosceva. Ma dopotutto, era a Hogwart, e raramente accadevano eventi brutali.
Sorrise mentre i passi precedevano il rumore dei suoi tacchi sul marmo candido del pavimento, e scosse appena la testa riavvolgendo per un istante il nastro, pensando all'espressione sconvolta del suo collega. Cos'è che aveva visto, un unicorno argentato?
Il suo modo di balbettare poi, e quel suo scherzare, aveva fatto male i conti la prima volta che lo intravide nella sala grande. Lo credeva un uomo fermo, deciso. Non un giovincello timoroso del suo sguardo dolce.
Alzò lo sguardo verso le vetrate dell'infermeria e sospirò, quanto avrebbe desiderato trovarsi nel letto sotto le coperte dopo una calda tazza di tè. Ma purtroppo, il lavoro era lavoro, e per quanto la passione che esprimeva nel farlo era immensa, anche lei aveva piccoli desideri inesauditi.

Arrivarono nel suo ufficio, e stette per voltarsi così da invitare il signor Turner a sedersi quando notò di non averlo più al suo seguito, e rimase momentaneamente perplessa, fino al suo ritorno di scena improvviso. Vanessa lo guardò, ammonendolo appena per la fretta di ritornare accanto a lei, chiedendosi cosa diamine aveva combinato. Poi la scusa della pozione in preda ad una caduta suicida, e il sopracciglio sinistro dell'infermiera si alzò sarcastico. Quindi evitò di replicare, o avrebbe messo i puntini sulle i, mettendolo a nudo: le pozioni erano protette da una magia anticaduta per evitare sprechi di lavorazioni decennali.
«Prego, accomodati. Disse cordiale, e si voltò nello scaffale alle sue spalle cercando una boccetta dal tappo dorato. Una garza poi, e un ago dalla punta incantata per ricucire la ferita. Afferrò il tutto fra le mani candide e si rigirò verso William Turner, scrutandolo. Prese la bacchetta poi, e con un sussurrò di Lumos accese un paio di candele che giacevano sul tavolo. L'atmosfera lievemente scura dava un senso di tranquillità e solitudine dal resto del castello.
Vanessa prese la sedia, e si avvicinò accomodandosi accanto al suo collega, porgendo la mano per farle consegnare la sua.
«Ho bisogno che tu porta un pò di pazienza ora, devo ricucirti la ferita o potrebbe recare un'infezione. E' profondo il taglio, e se te lo facessi rimarginare con la magia, non porterebbe gli stessi risultati. Il filo da sutura era accanto all'ago, già annodato per bene. Luccicante, argenteo. Vanessa alzò lo sguardo verso l'insegnante e sorrise dolce, rassicurandolo.
Non dovrò udirla piangere signor Turner, vero? asserì spiritosa, per rompere il ghiaccio. Ma mantenne comunque quelle distanze professionali che dovevano esistere fra colleghi di lavoro.
 
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.William.
view post Posted on 29/8/2011, 23:31     +1   -1




Mi sa che l'avevo già vista in sala grande alla prima cena di apertura..ma non ne ero sicuro,guardandola lei era sempre con la testa bassa,come se qualcuno l'avesse ferita o non l'avesse resa felice..insomma amavo guardare l'animo umano..amavo vederne le sfumature e lei teneva troppo la testa bassa,era silenziosa,era troppo distante per non aver problemi.Dicevo questo con sicurezza per il semplice fatto che anche io mi comportavo così prima di avere questa possibilità lavorativa e di vita,ero taciturno,ero sempre con lo sguardo basso,come se mi mancasse il mondo,la vita..come se niente potesse essere capace di farmi felice.Mi sedetti dopo tutto il casino che avevo combinato e mi girai con le gambe verso la porta così che lei potesse avere lo spazio disponibile e guardavo ancora la stanza..la scrivania era abbastanza in ordine..eppure credevo di trovare qualche foto ed invece non c'era niente.Ritornai nei suoi occhi quando prese la sedia e si avvicinò proprio accanto a me e notai che aveva preso ago e filo,con la garza..oddio odiavo gli aghi ed odiavo sopratutto fingere di soffrire,non mi facevano tanto male,ero in grado di sopportare molto di peggio,ed ora? ora che dovevo mai fare? deglutì ed annuì con la testa quando mi disse che dovevo portare pazienza,doveva ricucirmi quasi come se fossi una maglia altrimenti avrebbe fatto infezione,era profondo il taglio e la magia non avrebbe risolto il problema.Annuivo ad ogni frase..guardandola di poco negli occhi,spostandoli verso la ferita o verso le sue labbra mentre si muovevano per parlarmi..non ti preoccupare..fai quello che devi fare.. e le diedi almeno la conferma che non ero un cagasotto di prima categoria..sorrisi e mi morsi le labbra inferiori..divertito dalla piccola battuta che aveva fatto..bhe sta a lei non farmi male..signorina.. signorina? non lo sapevo il nome non era colpa mia,ma lei mi conosceva..aaaaa cavolo mi aveva chiamato Turner e se sapesse? insomma lei mi conosceva,oddio ed io non sapevo lei,come risolvere questo dramma?posso sapere il nome della mia guaritrice? chiesi guardandola negli occhi..Non avrei proferito urla ma dovevo stare attento ad emettere almeno gemiti di sofferenza..altrimenti mi sgamava sul serio o non sarebbe servito, visto che sapeva cosa ero..chiamami Will,Turner mi fa vecchio..ho 25 anni alla fine. già,non ero vecchio,non ero affatto un uomo cresciuto,diciamo che per la mia età avevo sopportato tanto nella mia vita e forse si notava dai miei occhi,occhi stanchi e tristi e proprio quegli occhi fissarono quelli della giovane donna..voi siete troppo seria per i miei gusti..eppure illuminate qesto posto con la vostra bellezza,dovete sorridere di più altrimenti scatta missione William. ero stupido vero? ma non sopportavo vedere una giovane e bella donna in quello stato,mi uccideva.Chissà cosa aveva,chissà quale carezze le venivano legate,quale braccia ne sentiva la mancanza o era semplicemente stanca del suo lavoro,si,forse era stanca..eppure era fatta per sorridere..aveva un sorriso,quel poco che avevo visto,sopratutto dalla luce che amanava la sua bacchetta..spettacolare.
 
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montez‚
view post Posted on 30/8/2011, 22:14     +1   -1




Scrutandolo, nella penombra di quell'ufficio silenzioso, Vanessa osservava i suoi lineamenti, e quel viso quasi dolorante per qualcosa di immensamente misterioso alla sua conoscenza. Non conosceva nulla a suo riguardo, ed era buffo starsene lì a scherzare con un ragazzo che le mostrava puro interesse per i suoi gesti. Probabilmente era sciocco ammetterlo, ma non era più abituata a quel tipo di sguardo. Quasi, in modo lieve, la infastidiva. Non perchè Turner fosse maldestro, anzi. Sembrava più dolce di quanto i suoi occhi dimostrava. Ma Vanessa, in cuor suo, aveva detto basta a qualsiasi tipo di approccio maschile, solo in campo lavorativo.
Alzò lo sguardo mentre afferrava l'ago e sorrise quando le ricordò che stava a lei non fargli del male. Gli occhi caddero timidi sulla ferita e la sua mano afferrò quella del ragazzo delicatamente. La tirò appena a sé in modo da veder bene dove avrebbe dovuto puntar l'ago per ricucire la ferita, e stava per sfiorare la pelle ancora sporca di sangue con la punta argentea quando le chiese il suo nome.
Vanessa si bloccò e alzò gli occhi nei suoi non troppo lontani.
Lui continuò, le propose di chiamarlo Will, non William. E asserì di aver venticinque anni, uno in più di lei. Poi senza attendere una sua risposta a quelle parole che pronunciava velocemente, una tenera battuta le strappò un sorriso vago sulle labbra, e scosse la testa.
«Sei più grande di me di un anno, William disse abbassando gli occhi e tornando sulla ferita appuntando così l'ago, senza preavviso.
La punta affondò nella pelle e il primo punto di sutura brillò luccicante. «E sono appena le nove di sera, il che significa che ne ho abbastanza di questa giornata, e vorrei solamente andarmene a dormire spiegò cucendo un altro punto. «Non che mi dispiaccia la tua presenza sia ben chiaro, qualcuno dovrà pur rimediare ai danni che combini sussurrò spiritosa, continuando con il filo fino ad arrivare alla fine della ferita, chiudendola definitivamente.
«Comunque mi chiamo Vanessa disse afferrando la garza e la pozione violacea. Non destò William di uno sguardo, presa nel suo da fare ovviamente, stappò la boccetta ungendo la garza e afferrando piano, ancora, la sua mano, porgendogliela sopra delicatamente. Il sangue sarebbe stato eliminato del tutto, e la sutura rafforzata da quel liquido caldo. Poi piano alzò gli occhi, guardandolo.
«Dovrai indossare un guanto in lattice per quindici giorni ogni qual volta dovrai portare a termine i tuoi lavori, nella capanna. spiegò accarezzandogli istintivamente la mano con la garza sopra, come a coccolare quella ferita. «Per qualsiasi cosa poi, sai dove trovarmi concluse sorridendo appena, cercando di far terminare quella serata. Aveva timore che quello sguardo l'avrebbe portata ad imbarazzarsi, e non voleva assolutamente.
 
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.William.
view post Posted on 31/8/2011, 08:40     +1   -1




Oddio aveva sorriso,santo Merlino mi aveva sorriso e la guardai perdendomi completamente sul suo volto,poi quando asserì che ero più grande di lei di un anno,fui io a sorridere ma allo stesso tempo mi dimenticai di gemitare all'ago che era entrato nella mia pelle,aveva la mia stessa età eppure sembrava proprio come me,che la sofferenza l'avesse consumata l'anima..ma ripensando all'ago,si lo sentì nella mia pelle,ovvio che lo sentì..ma non ebbi modo di soffrire,così dopo una decina di secondi dal primo punto gemitai..coglione che ero..un vero coglione. Mi disse che erano appena le nove di sera,il che significava che era stanca di quella giornata,ahia ed io avevo messo il carico da novanta sopra le spalle,magari la povera ragazza se ne stava anche andando prima che un guardiacaccia imbecille si fosse tagliato con la legna..mi dispiaceva sul serio..e la guardai abbassando successivamente la testa,senza proferire parola..fui abbastanza veloce in questo tratto a gemitare di poco poichè vidi il secondo punto che mi fu messo,certo che..vedevo cose oltre mondo,insomma ero io oltre mondo..ma mi veniva da vomitare,così alzai lo sguardo dalle sue mani e dalla mia ferma immobile e ritorai sul viso di..ancora doveva dirmelo!! Continuò dicendomi che doveva pur rimediare ai danni che combinavo..sorrisi divertito si hai ragione..mi dispiace averti fatto perdere tempo.. e strinsi di poco le dita..quella volta il punto lo sentì di più non sapevo il motivo. Si chiamava Vanessa,sorrisi,Vanessa..bel nome e con un mezzo inchino,abbassando solo la testa gli feci capire la mia fortuna di incontrarla ed il mio grazie per avermi riferito il suo nome. I punti terminarono e lei prese subito la garza avvolgendomela sulla cicatrice,non avrei potuto muovere la mano,dopotutto se solo provavo a stringere le dita, i punti si staccavano,ma la mia guarigione era più veloce di un comune essere umano,quindi per mia fortuna non dovevo aspettare i quindici giorni ed il guanto di lattice l'avrei messo di sicuro.Annuivo con la testa ascoltando tutto ciò che mi diceva,come un bambino quando ascolta la sua mamma e ritornai a guardarla dopo aver abbassato gli occhi su quella piccola carezza che aveva coccolato in modo impressionante la mia ferita..ritornai nei suoi occhi e quando capì che aveva concluso,fu difficile alzarmi da quella sedia..cavolo era stata velocissima!!! bene..allora indosso questo guanto di lattice,ma non mi serve fare medicazioni ogni giorno?insomma cambiare la fascetta,robe così? chiesi seriamente,ma dentro di me le stavo palesemente dicendo di voler ritornare e farmi curare..ok,me ne vado..dovevo andarmene,la ragazza mi avrebbe cacciato a colpi di siringoni comunque grazie..sei stata davvero delicata..mi ricordo quando c'era l'infermiera ai miei tempi,cavoli quella ti uccideva,invece di guarirti del tutto ti massacrava..una cosa altro mondo..eppure non ti ho mai visto quando andavamo a scuola..insomma è difficile non notarti ecco,sarà che ero un tipo solitario.. dai William taglia..ma che cavoli ci interessa di quando andavi a scuola,porca di una gigante..insomma è stanca la ragazza non la vedi? ok me ne vado..quindi di nuovo grazie..e vai a dormire..magari domani mattina vengo per vedere se sorridi.. taglia..caxxo taglia. Un altro mezzo inchino ed uscì dalla porta chiudendomela alle spalle..rimasi per una decina di secondi lì,dietro a quel legno curato..e poi rientrai..e la guardai..ti va..mangiare qualcosa insieme? chiesi con la mano fasciata che restava ferma all'altezza del mio ventre.Era una cena dopotutto,cioè doveva pur mangiare qualcosa e magari l'avremmo fatto insieme..senza abbuffarci in sala grande,una cosa che avevo preparato per me..e che magari a lei faceva piacere ho preparato dei semplici panini..se vuoi faccio una corsa e li porto qui..o ti va di prendere aria?oppure non si fa niente e me ne vado sul serio!?? scegli.. non ero mai stato così..davvero,ero sempre stato riservato,insomma silenzioso,ma quella sera la luna mi girava diritta e si sa come siamo fatti noi licantropi,eravamo lunatici,tanto,magari l'indomani me ne stavo da solo senza nemmeno salutarla in sala grande..ma quella sera mi girava così..quella sera molto probabilmente avevo bisogno della sua compagnia.
 
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6 replies since 28/8/2011, 20:41   135 views
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