Qualcuno ha fatto ritorno a Casa Riddle

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Tom Marvolo Riddle
view post Posted on 8/1/2011, 23:30     +1   -1




Anno Gdr 1



Gli abitanti di Little Hangleton la chiamavano ancora Casa Riddle anche se erano passati tanti anni da quando i Riddle ci abitavano.
Si trovava sulla collina che dominava il villaggio: alcune delle finestre erano inchiodate, al tetto mancavano delle tegole e l'edera cresceva incolta sulla facciata. Un tempo Casa Riddle era stata una dimora elegante, certo l'edificio più vasto e grandioso nel raggio di chilometri, ma ora era umida, desolata e disabitata.Gli hangletoniani convenivano tutti che la vecchia casa era "sinistra". Mezzo secolo prima, qualcosa di strano e terribile era successo là dentro, qualcosa di cui gli abitanti più anziani del villaggio amavano ancora discutere quando erano a corto di pettegolezzi.

Eppure qualcosa di bizzarro ancora accadeva nei dintorni della vecchia casa.
Nei pleniluni più silenziosi più di un marmocchio avrebbe giurato di aver visto qualche lampo di luce zampillare dalle finestre diroccate.

Ma lei non temeva nulla di tutto ciò.
L'anima che incarnava la faceva l'artefice di tanto timore.
Ma presto, molto presto, il vero Padrone si sarebbe risvegliato dal suo lungo sonno, da quel momento nessuno l'avrebbe ostacolato!

Si mosse sinuosamente tra i ciuffi di erba incolta e malcurata del giardino che circondava la casa.
Accompagnata da un sinistro fruscio, vedeva la soglia della porta avvicinarsi rapidamente mentre si muoveva.

La porta si spalancò e subito si fece strada sul pavimento lustro, che rifletteva la sua sagoma in conitnuo movimento.

Rapidamente superò la parete in legno ormai marcio in cui scolpite si trovavano diverse scritte, nomi in una lista aggiornata con crudele precisione: la lama che scoplì quei nomi nel legno è la stessa che ne straziò alcuni, con un violento colpo che li rendeva illeggibili.
I Suoi Seguaci erano numerosi, troppi per essere tutti devoti abbastanza per sopravvivere.

[Lista]

Fedelissimi Spie Rinnegati
I Mangiamorte sono solo maggiorenni.
Vengono marchiati in gruppi di 3/4 in Cerimonie aperte dall'Oscuro o dai Fedelissimi.
Il Marchio Nero è Indelebile. E' una promessa senza ripensamenti.


Il liscio pavimento la fece scorrere e la condusse fino a dove voleva arrivare.
Scansò con movimento scaltri e morbidi gli ostacoli passando sotto la lunga tavolata di cristallo fino a giungere al lato opposto di quella stanza, dove imponente si erigeva in marmo nero con intagli macabri e strazianti là dove sedeva l'Oscuro Signore.
Vi si arrampico fino a salire sul lato del tavolo a cui il trono si affacciava.

Presto Lui farà ritorno. Un sibilo agghicciante freddò i numerosi presenti, tutti seduti e con gli occhi spalancati verso di lei.
Ricordate le Sue parole.
Disobbedienza e diserzione significano morte.
Fedeltà e rispetto significano onori, gloria e protezione.


Rispondete di seguito ruolando per essere inseriti nella lista.



Edited by Tom Marvolo Riddle - 9/1/2011, 00:53
 
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selene‚
view post Posted on 9/1/2011, 17:21     +1   -1




Lugubre era quel silenzio. Tenebroso il buio che circondava l’intera vallata. Un vento freddo proveniente dal nord scuoteva la terra umida disturbando appena le foglie secche ancora ostinate ad attaccarsi ai fragili rami morti degli alberi circostanti. Ogni passo era un sussulto. Ogni respiro una paura inconfondibile. Un vuoto,una voragine stentata a riprodursi all’infinito finché…finché non avrebbe ucciso tutto. Tutto quello che ero. Tutto quello che un giorno sarei potuta diventare. Non mi ricordo neanche come avevo fatto a cacciarmi in una dispersione cosmica così violenta. Tutto ciò che mi rimaneva era la speranza. Una speranza che non mi aveva mai fatto guadagnare neanche un punto bonus per entrare nelle grazie del destino. Ero lì perché la mia famiglia non aveva saputo chiedere al tempo giusto quanto io fossi d’accordo con le loro decisioni. E ora,ora le conseguenze ricadono senza alcuna sostanza su di me. Ogni sguardo sembra rivelare nuove facce di una realtà che pensavo di avere tra le mani. Un mondo che una volta sognavo di avere ai piedi. Il destino è crudele,ma non abbastanza da colmare le mie sofferenze. Non abbastanza da dire “stop,è ora di passare oltre”. No. Continuava a invadere i miei spazzi personali,a scaraventarmi da una situazione all’altra senza darmi neanche una minima possibilità di dare una svolta a quello straccio di vita che mi rimaneva. Loro erano oppressivi. Loro erano più forti di me. Più maligni,più perversi,tanto che sfuggire alle loro cattive intenzioni poteva portarmi solo a un passo dalla morte. Scappare era impossibile. Dimenticare era una follia. Fingere,una bugia. E allora? Quale modalità imprevista si poteva abbordare di fronte a una simile vita? Nessuna. Rimani là e ti mischi tra di loro. Provi a entrare nell’anonimato senza offrire motivo di conflitto. Rimani là e soffri,ma vivi.
Vidi una luce azzurra innalzarsi verso il cielo. Pensavo fosse così la morte,invece era semplicemente che volava indisturbata verso i rami più lontani del albero che oscurava l’entrata principale dell’imponente residenza. Avevo fatto così tante visite inaspettate e poco desiderate in quel posto che ormai ne avevo fin sopra i capelli di loro e i loro stupidi piani di vendetta. Si nascondevano. Ci nascondevamo tutti per non dare nell’occhio. Per lasciare che il mondo sospirasse sollevato prima di essere colpito nei peggiori dei modi. Strano non aver notato questa sfumatura della loro paura. Paura di essere catturati,paura di non vedere mai più la luce del sole ma soprattutto paura della morte. Chiunque facesse parte della mia stessa “cerchia” sapeva che sopravvivere era il migliore dei mali. Finché non eri morto non potevi fare i conti con l’inferno o con qualsiasi cosa ci fosse stato riservato oltre.
Improvvisamente una figura esile incappucciata mi oltrepassa. Molto più decisa di raggiungere gli altri, entra nella casa senza riservarmi neanche uno sguardo o un saluto. Comportamenti dispregiativi. Forse frustrazione oppure semplicemente decisione di partecipare a un incontro così macabro. Uno dei tanti,in cui le promesse e le notizie improbabili andavano a scovare l’interno mondo magico e non solo. Incontri dove la purezza del sangue aveva la meglio su tutti,dove qualsiasi persona in causa viene osservata,fissata,messa in soggezione fino al limite dell’estremo. Ed io? In mezzo a loro sembro una povera bambina insolente,tranquilla,calma,con un viso innocente e puro,ma con un braccio marchiato nella stessa maniera in cui tanti altri erano stati marchiati prima del mio. Un’incisione che brucia,consuma,stordisce la mente e l’altera in modo incomprensibile.

E quando finalmente sono tra loro,il silenzio di prima non mi sembra più così cupo. Sono queste le tenebre. Questa stanza piena di gente malfamata,sguardi tetri e cere pallide come il foglio bianco. Gente che si nasconde,gente che forse non mangia o dorme da giorni. Persone ostinate a seguire un cammino sbagliato senza fare domande,senza discutere e senza sentire alcuna ragione. E in mezzo a tutta questa piccola folla adoratrice di oscurità c’è una chioma bionda. Due occhi azzurri e un viso candido. Un viso apparentemente buono che come me avrà perso il conto delle azioni poco raccomandabili. Silenziosa,stranamente concentrata sui propri pensieri senza sentire neanche una parola dei bisbigli che lo circondano. Isolata nella propria persona,intenta forse a scandire il tempo. Un uomo che ha infranto forse troppe regole e che nonostante ciò continua a seguire il suo cammino. Forse per piacere. Forse per impotenza di ribellarsi. Forse per abitudine. Con passi lenti e calcolati saluto con lo sguardo qualsiasi presente. Nessun sorriso trapela dai loro visi. Solo malignità. Di tanto in tanto incontro qualche ghigno poco raccomandabile. Ma alla fine passa. Finisce anche quella lunga scia di formalità ed io sono di nuovo silenziosa e triste. Nonostante il mio viso non riveli alcuna forma di sentimento il cuore strazia,la mente vaga oltre quella stanza,oltre quel paesino maledetto,oltre quel mondo.
Mi siedo vicino a quella chioma di capelli biondo scuro. Lascio intravvedere un piccolo intento di sorriso negli angoli della bocca e poi sussurro con titubanza: “Ciao,Jared.” Dopo di che il silenzio cadde nuovamente. Ma non abbastanza da potermi sentire finalmente in un porto sicuro vicino a una delle poche persone di cui sento di potermi fidare anche in quel ambiente,perché un tornado risorge nella stanza e una voce,dall’altra parte del grande tavolo bisbiglia: “Presto Lui farà ritorno. Ricordate le Sue parole. Disobbedienza e diserzione significano morte. Fedeltà e rispetto significano onori, gloria e protezione.”
Rabbrividisco e con uno sguardo quasi spaventato rivolgo le mie attenzioni al ragazzo che siede accanto a me. Vorrei chiedergli se è felice,se anche lui,come tanti altri vuole che il Grande Signore ritorni. Ma sono troppo spaventata,quindi provo a respirare lentamente stringendomi nelle spalle terrorizzata.
 
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jæl‚
view post Posted on 9/1/2011, 17:44     +1   -1




Ci sono degli impegni a volte nella vita che si potrebbero tranquillamente evitare. Appuntamenti non rispettati, visite poco gradite e subito liquidate. Si chiama libero arbitrio. E’ la bellezza del poter scegliere cosa fare come farlo e soprattutto con chi. Tutte queste belle cose però, erano delle fortune che solo qualche insulso babbano poteva vantare. Loro potevano fare quasi tutto questo. Perdere il lavoro non era niente, potevano trovarne un altro. Perdere un’amicizia, se ne trova un’altra, o almeno così dicono.
Nel suo mondo invece, e in particolar modo per quelli come lui, certi appuntamenti non possono essere saltati. Non era stata una settimana molto positiva per lui. Troppo cose sconvolgenti tutte insieme. Sua moglie, “uccisa”, l’omicidio al suo apparente assassino non che collega. Tutto troppo velocemente.
C’era una cosa però che lui sapeva fare perfettamente in quel mondo. Fingere.
Aveva imparato da quando era stato marchiato senza nemmeno chiedere il permesso. Doveva essere felice, non lo era ma era in grado di indossare la maschera da ottimo Jael qual’era. Lui non era il fiore all’occhiello della famiglia. Non aveva mai amato fare ciò che faceva nonostante lo facesse benissimo. I casi della vita no? Chi ha questo potenziale ma non lo sfrutta al massimo per arrivare lontano.
Ipocrisia, falsità e opportunismo regnavano sovrani in quel posto. La vecchia casa dei Riddle. Probabilmente il posto più scontato dove loro potevano incontrarsi. Ma si sa gli auror non sono gli esseri più intelligenti del pianeta. Forse però era la paura a frenarli nell’andare a controllare in quel posto. Lui poteva essere in agguato. Sorrise appena arrivato a quei quattro che si trovavano davanti all’ingresso.
Grandi sorrisi strette di mano. Frasi del tipo. “che piacere vederla signor Jael,” oppure “è un onore per me fare la sua conoscenza…” . Stronzat* dette tanto per arruffianarsi la gente che conta. Doveva imparare a farlo anche lui.
Nella sala c’era gia qualche volto noto. Come poteva solo pensare che molti avessero cambiato vita. Gente che non ha nient’altro deve aggrapparsi a qualcosa per sopravvivere, curioso che quel qualcosa sia proprio L’Oscuro Signore. Ridotti molto male. Veramente male.
Prese posto stringendo qualche altra mano senza dare troppa importanza alla cosa. Era il caso di sbrigarsi. Aveva una bambina a cui badare e una pazza libera in giro senza controllo. La vita era una vera e propria merd*.
Tamburellava le dita sul tavolo. La sua voglia era quella di andarsene e lasciare ad altri l’onore di stare a sentire le solite cose. Torneremo. Più forti di prima! Sempre e Comunque. Poi? Qualcuno viene ammazzato, Potter ancora vivo e lui che scappa e torna. Sempre così.
Scosse la testa risvegliandosi dai suoi pensieri. Suo padre l’avrebbe disonorato per certi pensieri.
Sospirò voltandosi nella direzione di una voce. Ciao Jared. Non molti lo chiamavano per nome, avevano paura di chissà quale reazione fuori controllo. Era un bel nome in realtà, avrebbe dovuto sfruttarlo meglio.
Capelli biondi, bellezza fuori discussione. La conosceva. Di certo non avevano mai cenato insieme ma non aveva qualcosa contro di lei.
Selene.
Rispose con tono alquanto basso. Non era il caso di attirare attenzione sul perché loro parlassero tra di loro non immischiandosi nelle novità che avevano colpito i seguaci negli ultimi tempi. Problemi al ministero, colleghi uccisi. Uno da lui se proprio dovevano essere precisi era meglio dire proprio tutto.
Lei non era come loro. L’aveva capito gia da un po’ di tempo e poi il comportamento che aveva adottato la smascherava tranquillamente.
Tirò su la manica della camicia, faceva caldo nonostante non fosse una serata propriamente primaverile. La stanza era talmente chiusa per paura di solo dio sa cosa che si faceva appena in tempo a respirare.
Il marchio in bella vista, che assurdità.
Ecco qua la voce che stavano tutti aspettando. Una frase molto d’effetto!.
Presto lui farà ritorno. Questo lo sapevano tutti. Non era una novità li avevano persino chiamati fino a lì? Minacce e poi promesse di gloria. Sempre lo stesso copione.
Vide la sua vicina rabbrividire. Non era proprio il caso di spaventarsi. Di fronte a lui un perfetto idiota la guardava come voler scoprire cosa stesse pensando. Magari aveva notato una qualche sfumatura di comportamento ambiguo in lei. Era logico.
Ora non c’era che aspettare che quel momentaccio finisse. Solo questo.
 
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Mrs Jael~
view post Posted on 10/1/2011, 18:13     +1   -1




La collina era silenziosa, buia e circondata da quell'atmosfera spettrale che caratterizzava l'intera magione, un tempo proprietà dei Riddle. Ormai nessuno si avventurava fino a lì..un tempo i ragazzini giocavano a chi aveva più coraggio ad avvicinarsi a quel colle spettrale, ma ormai da una decina di anni non era considerato più un gioco divertente. Voldemort non era più una leggenda..era diventato un terrore vero e proprio che piegava al suo volere chicchessia con i suoi tentacoli, dozzine di maghi e streghe votati all'adempiere ai suoi ordini più crudeli.
L'interno di quella sala non era altrettanto silenzioso come fuori. Nicole Jael sedeva al lungo tavolo di cristallo nero piazzato al centro della stanza. Le pareti erano consumate e tetre, l'aria cominciava a scarseggiare mano a mano che entravano nuovi seguaci. Lei non riconobbe molti visi, sia perché poco le importava di gran parte dei suoi colleghi, se così poteva chiamarli, sia perché ad ogni singola riunione il suo unico interesse era stata la figura di Lord Voldemort, non certo chi le stava intorno. La mangiamorte che aveva occupato tra i primi i posti alle sedie attorno al tavolo era alta e sottile, il suo viso era scarno e pallido e lo sguardo grigio, freddo come una grotta inospitale, era apparentemente fisso nel vuoto, sulla superficie del tavolo. Entrambe le mani erano sul tavolo, gli avambracci poggiati sul bordo. Lunghe maniche di nero pizzo e velluto pregiato uscivano dai lembi del mantello altrettanto scuro della donna..si allargavano all'altezza dei polsi terminando sulla lunghezza delle dita pallide e apparentemente fragili. Le unghie erano corte e non smaltate. I capelli erano raccolti umilmente in un fermaglio, nessun segno di sfarzo o elaborazione nel prepararsi, anche se quella donna era lungi dal poter essere considerata una donna che non si curava. Il collo affilato era lungo e appena teso. Si intravedeva una leggera impazienza sul volto affilato della Signora Jael. Erano stati chiamati dopo quella che era sembrata un'infinità di silenzio..troppo tempo per non perdere le speranze. Persino lei l'aveva fatto..una delle streghe più devote al Signore Oscuro aveva vacillato, in silenzio, senza darlo a notare, senza tradire una singola emozione di sconforto..aveva temuto la caduta definitiva di Lord Voldemort.
A giudicare da quanta gente ci fosse là dentro sembrava che l'esercito dell'Oscuro non si fosse mai spezzato..fosse rimasto sempre forte e fedele, ma quanti là dentro non erano venuti solo per paura? Quanti invece erano lì perché non avevano aspettato altro che essere chiamati per tutto quel tempo?
La donna dai capelli scuri sembrò distrarsi dai suoi pensieri solo quando riconobbe la voce di suo figlio..era infatti seduto abbastanza distante da lei, ma non troppo da non riuscire a sentire la sua voce. Aveva appena salutato una giovane che gli si era seduta accanto. Nicole ne studiò lo sguardo incerto, quel sorriso tentennante..era molto giovane a giudicare dal suo aspetto ma questo non giustificava il timore che tradivano i suoi occhi..o forse sì.
Gli occhi grigi di lei si mossero sulla figura del secondo dei gemelli, Davil. Si sedette davanti a lei con il suo sorriso sfacciato sulle labbra. Lo conosceva troppo bene per non sapere che la stava guardando come per giudicarla..metterla alla prova. Nicole sostenne il suo sguardo, abbassando il capo per un secondo come per salutarlo con rispetto..dopotutto quando erano lì erano anche e soprattutto colleghi. E Davil malgrado tutto era uno dei più fedeli là dentro..e non lo pensava perché era di parte ma semplicemente perché era la verità.
Poi la porta si spalancò, attirando subito lo sguardo della donna, improvvisamente impaziente di vedere chiunque potesse spiegarle quella chiamata. Al principio non vide niente..assolutamente niente se non che parte dei Mangiamorte vicini all'entrata si aprirono appena come per far spazio..al niente. Ad un fantasma o ad una persona invisibile. Fu il debole e morbido suono come se qualcosa fosse trascinato lungo il pavimento, che le fece capire. Con un brivido sentì la creatura passare sotto il tavolo senza sfiorare un ostacolo. La Signora Jael osservò il lungo serpente massiccio avvinghiarsi al trono nero di Voldemort..o meglio davanti ad esso, sul tavolo. La sua pelle scura scintillava al riflesso di una delle candele sul tavolo..i suoi occhi brillarono ferini per un istante.
Se prima la stanza echeggiava i bisbigli di tutti loro là dentro..ora non c'era un filo di voce che interrompeva l'entrata della Creatura del Signore Oscuro. Il suo sibilo ruppe il silenzio come il rompersi di un bicchiere di cristallo, pungendo subito le orecchie dei presenti e impedendo a ciascuno di loro di prestare attenzione a qualsiasi altro rumore. Nicole temeva quell'animale..sapeva che tutti lo temevano. Non perché era un immenso serpente, nonostante molti si fermavano già a quello. La sensazione di brivido che gli procurava quell'animale era dovuta al fatto che era a tutti gli effetti parte di Voldemort..era lui sotto altra forma..era la sua mente e i suoi desideri. Era come se le desse un senso di adorazione e allo stesso tempo di paura. Nicole ascoltò la voce agghiacciante della Creatura, osservando le sue fauci minacciose scattare ad ogni movimento della testa triangolare.
Quando ebbe finito, la donna cercò con lo sguardo chiunque tra loro parlasse serpentese e quindi potesse tradurre in parole comprensibili a tutti il messaggio dell'Oscuro. Non era comunque difficile da immaginare. Già il fatto della presenza di Nagini lì tra loro, significava l'imminente ritorno del Signore Oscuro. Quello che voleva sapere era cosa aveva richiesto loro.
Davil..? chiamò piano la donna, girando il viso verso il figlio, compresi coloro che la affiancavano al tavolo. Aveva studiato Serpentese praticamente come se fosse un'altra lingua normale ma non era stato semplice..poteva capire bene un rettilofono rivolgersi ad un serpente ma, viceversa, sentire con chiarezza e distinguere i sibili veri e propri di un serpente vero e proprio non era abilità che un mago non rettilofono potesse raggiungere. I Jael discendevano di lontane parentele direttamente dal Rettilofono per eccellenza, Salazar Serpeverde. Nicole era stata adottata da una famiglia di semplici maghi senza importanza sociale..ma i suoi figli avevano sangue più che puro nelle vene e lei si era rivolta subito al figlio, davanti a lei, perché sapeva bene che era un Rettilofono.


Edited by Mrs Jael~ - 10/1/2011, 20:02
 
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view post Posted on 10/1/2011, 19:49     +1   -1
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..Non sono nato stronzo..Mi sono solo adeguato ad un mondo bastardo..

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Un bruciore al centro esatto dell'avambraccio sinistro mi fece capire che qualcosa stava finalmente cambiando.Il bruciore più bello che potessi ascoltare,avvertire,volere era lì che fremeva come un matto. Il mio unico desiderio era quello di servirlo ancora una volta ed aspettare con ansia quello stesso dolore farsi sempre più forte,più potente. Ero sul mio letto,riposando dopo una settimana intensa che avevo avuto,quando improvvisamente accadde,per un momento avevo pensato che stessi sognando,che tutto fosse un immaginazione mia,quando alzai la manica della maglia di cotone che avevo addosso e lo vidi,rigonfio e scuro..allora capì che non stavo sognando,un sorriso si dipinse sul mio volto freddo e guardai in avanti..il mio signore stava ritornando.La chiamata stava avvenendo. Scattai dal letto,avevo ancora i vestiti sulla sedia lasciati qualche mezz'oretta prima,mi ero messo da poco a dormire,anche se non riuscivo a prendere sonno,quindi me ne fregai di lavarmi,indossai solo i vestiti più eleganti e demoniaci che potevo indossare per quella occasione,invece degli anfibi e del pantalone nero di jeans,indossai uno smooking del tutto nero,compreso di cravatta,cinta,pantalone,giacca e scarpe classiche non troppo lucide,tutte di colore nero,mi aggiustai i capelli e presi la bacchetta che mi era stata finalmente ridata..alla fine Eve Joyce non aveva spezzato niente,ero in qualche modo in debito con lei,ma lei nello stesso momento lo era con me. Sorrisi e mi smaterializzai direttamente lì,dove il dire ed il fare viaggiavano sulla stessa scia d'onda,dove non c'era giustizia e non c'era bene,la vendetta e la cattiveria regnava sovrana ed avrebbe regnato per sempre. Lì dove un Signore,il più potente di tutti aveva inginocchiato metà mondo,aveva un'idea,un'idea del tutto sua,del tutto malata di costruire il suo nuovo inizio,una nuova era,l'idea di una razza pura e basta,ma purtroppo era stata fermata,non distrutta, fin quando ero in vita,avrei donato il mio sangue per farlo tornare tra di noi..io,il suo unico servo fedelissimo.Anche io però avevo delle punizioni da dover prendere in considerazione,ero molto autonomo e mi portava molte volte a lavorare per lui da solo,senza fregarmene degli altri mangiamorte,anzi se avevo la necessità di ucciderli lo facevo senza esitazioni.Camminai in quella che era la mia casa,la mia seconda dimora..casa Riddle era un emozione pura.Sentivo l'odore della paura in quelle pareti sottili e quei lampadari antichi,sentivo ancora l'odore di chi in quella casa ci era morto ed aveva regnato..sentivo il profumo dell'Oscuro Signore invadermi completamente i sensi.Percorsi il corridoio fino ad arrivare alla sala principale,un tavolo era già occupato da mia madre,una ragazza,mio fratello Jared ed altri mangiamorte che avevano preso parte a quello che era il nuovo inizio,il ritorno più spettacolare a cui avessi partecipato. Sorrisi con un ghigno,come mai anche lei era lì? mia madre che ora se la faceva con i ministeriali come la peggiori delle traditrici ma nello stesso tempo,odiavo che lei siedeva lì,odiavo vederla tra noi,odiavo vederla avvolta dalla cattiveria ed odiavo quando mi doveva vedere per forza così,cattivo e spietato. La guardai e mi sedetti proprio difronte a lei,la fissai negli occhi,un piccolo e futile sorrisino le dedicai per poi diventare serio,fare un cenno a Jared come saluto,era un grande mio fratello,lo stimavo per aver risposto a quella chiamata..l'altro,Angel,ero convinto che non l'avrebbe mai fatto..ma dopotutto anche lui era una vittima di una società idiota. La stanza echeggiava di bisbigli quando improvvisamente la porta si aprì e non apparve nulla,come se avesse fatto ingresso un fantasma e basta,solo gli occhi di mia madre nel guardare terra, mi fecero capire che Nagini,l'enorme serpente di Voldemort,strisciava sotto i nostri piedi,verso l'altra sponda del tavolo. Un brivido di eccitazione mi percorse l'intero corpo,fino a farmi ghignare ancora e guardare dove Nagini si era fermata.La creatura..a sua volta parlò,conoscevo e sapevo parlare il serpentese,non ci volle niente per capire il messaggio: "Presto Lui farà ritorno..Ricordate le Sue parole.Disobbedienza e diserzione significano morte.Fedeltà e rispetto significano onori, gloria e protezione".
Dei brividi veri mi invasero il corpo,fino a farmi impazzire.Il suo ritorno,il ricordo delle sue parole,disobbedienza e diserzione significavano morte e non c'era suono più bello,significato magnifico per le mie orecchie!!Fedeltà e rispetto,invece,onori gloria e protezione avrebbero portato..e sorrisi,sorrisi maligno,sadico,ovviamente in silenzio..guardando mia madre..quando domandò se qualcuno parlava rettilofono..mi sporsi di poco sul tavolo e la guardai profondamente negli occhi,i miei erano due specchi di freddezza e malignità Presto Lui farà ritorno.Ricordate le Sue parole.Disobbedienza e diserzione significano morte.Fedeltà e rispetto significano onori, gloria e protezione. le recitai a memoria tutti i punti e le parole di Nagini e rimasi a guardarla,alzando un sopracciglio ritornando poi con gli occhi su Nagini.C'ero,c'ero sempre per l'oscuro signore e volevo brindare al suo ritorno..ma l'avrei fatto quando anche lui,con la sua mano,avrebbe preso il calice per alzarlo insieme a noi.Guardai per un attimo mio fratello,anche lui mezzo traditore,ma era onorevole guardarlo lì,tra noi..noi che eravamo i Jael,gli unici veri servi leali dell'Oscuro Signore.
 
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Tom Marvolo Riddle
view post Posted on 14/1/2011, 16:25     +1   -1




SPOILER (click to view)
Veramente era una disk d'introduzione e non un raduno... Ma è proprio ciò che ci serve un raduno!
Ruolate pure!
Tenete conto che voldemort è appena caduto, nesusno sa come e perchè.. immedesimatevi nella situazione fate ruolare i vostri mangiamorte!
 
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5 replies since 8/1/2011, 23:30   219 views
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