Un pomeriggio come gli altri nella locanda più famosa del Mondo Magico. Entravano e uscivano numerosi clienti, alcuni semplicemente per una pausa tra il lavoro e il viaggio per tornare a casa..altri invece già cenavano. Eileen, come al suo solito, si occupava di servire al bancone..anche se qualche volta si occupava direttamente ai tavoli, ma di solito accadeva di sera, quando c'era più bisogno di servizio immediato. Agli occhi estranei era una ragazza mingherlina che dimostrava meno anni di quelli che aveva. Il viso allungato, quasi cavallino..gli occhi grandi e dall'aspetto innocente ma nel complesso una ragazza che non avrebbe attirato nessuno. Per alcuni avrebbe potuto risultare semplicemente una bambina, per altri addirittura bruttina. Ma a lavoro era impeccabile, era svelta ed efficiente e stava anche imparando a migliorare un aspetto fondamentale del suo mestiere e cioè la disinvoltura a parlare con gli altri. Non era esattamente spigliata, ma almeno aveva imparato ad essere una cameriera socievole. Certo, il suo lavoro era un po' più impegnativo rispetto agli altri, perché Eileen doveva fare tutto senza l'aiuto della magia, il che significava che se c'erano da lavare i piatti, lei doveva spendere almeno dieci minuti a lavarne una dozzina..ma non erano mai così pochi quindi le volava una mezz'ora ogni volta che quel compito spettava a lei, quando un mago ci avrebbe messo tre minuti. Molto spesso ai tavoli i camerieri mandavano semplicemente una pergamena e una penna prendi appunti, mentre lei doveva andare direttamente al tavolo e chiedere l'ordinazione..non era la cosa più comoda ma spesso non dava neanche nell'occhio..molti dei clienti nemmeno si accorgevano del fatto che Eileen fosse una maganò. Comunque anche se lo avessero capito, la ragazza ne aveva passate abbastanza da ammetterlo con un sorriso tranquillo. Era fatta così, cambiare era impossibile..se per qualcuno era un problema peggio per lui. Dietro al bancone, la ragazza dalla carnagione chiara e le poche lentiggini spruzzate attorno al naso dritto era indaffarata nel lavare dei bicchieri e asciugarli con cura con un panno. I lunghi capelli biondi le scendevano a volte a lato del viso e lei li riavviava continuamente dietro la schiena o li spostava dietro l'orecchio. Stufa di trovarsi per l'ennesima volta i capelli in faccia, Eileen tirò un sospiro e lasciò il panno e il bicchiere che stava lavando in quel momento. Si sfilò dal polso un elastico che portava assieme a numerosi braccialetti di cuoio e tela e raccolse i capelli in una coda che poi torse e ripiegò su se stessa fino a farla diventare una cipolla. Tranquilla ora dell'impossibilità di ulteriore interferenza con il suo campo visivo, Eileen riprese a risciacquare i bicchieri. Il lieve tintinnare del campanello alla porta era diventato un suono regolare per lei, quasi non ci faceva più caso quando lo sentiva. Era il suono che annunciava che qualcuno stava entrando...il che non era certo un evento raro; accadeva ogni cinque minuti.
Le vacanze la stressavano sempre,anche perchè di tutto il tempo libero che aveva non poteva usufruirne tra un impegno e l'altro,ma quel pomeriggio era riuscita a sfuggire ai suoi genitori.Aveva usato come scusa una ragazzina che poi aveva mollato in qualche posto a lei sconosciuto,diciamo che non le interessava dove fosse finito,le aveva detto semplicemene che doveva presentarsi davanti a casa sua e poi scomparire nel nulla,come se non fosse mai successo niente.Ovviamente aveva specificato anche che se lei l'avesse vista in giro avrebbero finto di non essersi mai parlate oconosciute,niente saluti,cenni,sguardi,niente.Girovagava per londra,avrebbe dovuto incontrarsi con dei suoi amici al paiolo magico,in teoria avevano già pianificato tutto il week-end visto che i suoi non la avrebbero rintracciata se lei fosse rimasta a dormire la.Dopo aver camminato per circa un ora si ritrovò davanti al cartello che aspettava di vedere da troppo tempo,il paiolo magico.Entrò senza indugiare oltre,aveva una borsa con dei vestiti e tutti i suoi effetti,le sarebbero bastati anche per più di due giorni volendo.Appena entrata trovò una parte dei suoi amici,Lilith,Adrianne e Seth.Li salutò sorridente e dopo gli abbracci si sentì come una che era appena tornata dopo 17 anni d viaggio,come ulisse.Un pò le scocciava il fatto di non uscire da così tanto,invece le faceva piacere di essere mancata ai suoi amici.Sorrise e si avviò al bancone,si sarebbero rivisti da li a poco.Quando arrivò li alzò lo sguardo sulla ragazza che lavorava li e le prese un colpo.Era la ragazza con la quale aveva dovunto condividere parecchi pomeriggi,ma che da un pò non andava più assieme alla famiglia in casa di fillis.Tanto meglio,di certo non ne sentiva la mancanza visto che ogni volta alla fine della serata doveva trattenere due parole che volevano uscire dalla sua bocca:"ti odio".LA guardò leggermente sorpresa e preoccupata,e se avesse chiamato i suoi genitori?Nah,che le importava a lei e poi non sapeva che loro non erano a conoscenza della sua gita lì.Forzò un mezzo sorrisetto,falso non rendeva l'idea. “Ciao,lavori qui?“ chiese fingendo di interessarsi a quello che faceva,quando invece dopo aver preso le chiavi della stanza se ne sarebbe andata di corsa.
-Sei pronta?- la voce seccata di sua madre era sempre un piacere da sentire di prima mattina. Erano appena passate le undici e senza troppi complimenti la signora Hayworth aveva informato sua figlia che sarebbero andati a passeggiare con i Chelski. Ad Eileen era sempre sfuggito il perché di quegli eventi sociali con famiglie ricche del mondo magico, e ancora di più le sfuggiva il perché portassero anche lei, se si preoccupavano così tanto di nasconderla da tutti per evitare di svergognare la famiglia. Una maganò come figlia non se la sarebbe augurata nessuno, almeno così le aveva sempre detto sua madre. Eileen aveva indossato svogliatamente un vestito verde scuro che la madre le aveva lasciato sulla sedia della camera. Lasciò i corti capelli sciolti a sfiorarle le spalle. Erano tornati lisci in un batter d'occhio, sua madre aveva invano cercato di arricciarli appena per non far sembrare il viso della figlia così dannatamente cavallino. Appena si trovarono al luogo dell'appuntamento, Eileen desiderò scappare al più presto. Niente contro Lilian e Andrew, non che li conoscesse..non le avevano mai rivolto la parola. Avevano sempre rivolto domande di circostanza ai suoi genitori, chiedendo di lei attraverso loro, nonostante Eileen fosse nella stanza. Aveva sempre pensato che non fosse perché era una maganò..loro non lo sapevano o almeno non ne avevano la certezza. Eileen aveva ancora dieci anni, non era ancora l'età in cui non avere la magia è palese a tutta la società. Il motivo per cui non le avevano mai parlato era che c'era una sorta di muro a volte tra i grandi e i bambini, come se i primi non pensassero che i secondi fossero in grado di intendere e di volere. Il problema dei Chelski era la loro piccola 'adorabile' figlioletta. Leah era quanto di più fastidioso ci potesse essere nella popolazione infantile, almeno a parere di Eileen. Aveva quattro anni di malvagità. Era tremenda e lo diceva una che tendenzialmente amava i bambini. Ogni volta che la vedeva cercava in tutti i modi di innervosirla, era come se si odiassero d'istinto. Le faceva dispetti, cominciava a lamentarsi se Eileen le rispondeva male..non perché ci rimanesse veramente male, solo per tormentarla e per godersi lo spettacolo dei suoi genitori che la riprendevano. Poi la famigliola arrivò, raggiungendoli ai bordi di Hyde Park. I signori Chelski avevano con loro quella piccola peste che nonostante sembrasse un angelo, minuta com'era con quel visetto grazioso, per Eileen era una condanna a una mattinata da inferno.
Una volta lustrati tutti i boccali, Eileen li sistemò sullo scaffale alle sue spalle. Si voltò quando sentì un'ordinazione e in men che non si dica servì al mago al bancone un boccale di burrobirra. Lo servì e controllò che non ci fosse qualcun altro che aspettasse. Incontrò uno sguardo familiare ma passò oltre, prima di rigirare il viso e avere la conferma che quello che stava guardando era un viso visto e rivisto in anni. Ci era cresciuta con quel sentimento di astio ogni volta che la guardava. Leah. Era cresciuta, non la vedeva da un paio d'anni almeno. Era diventata una ragazza piuttosto carina ma c'era ancora in lei quell'aria velenosa che l'aveva messa sempre in guardia. Lei sorrise appena, salutandola. Alla sua domanda Eileen le avrebbe risposto che era piuttosto ovvio che lavorava lì, non stava certo giocando dietro il bancone. Al contrario di lei non aveva sempre avuto la possibilità di fare quello che voleva. Lei invece era sempre stata la pargoletta di casa, Eileen aveva sempre pensato che fosse lei la capofamiglia, perché Andrew Chelski non aveva mai avuto la minima autorità su di lei, men che meno la madre poi. Poi però fermò quel pensiero. Aveva cambiato vita ormai, era fuggita da casa e aveva cercato di chiudere quel capitolo..poteva essere tranquillamente civile anche con quella ragazzina. Eileen annuì con un sorriso, avvicinandosi alla ragazza, fermandosi davanti a lei con il bancone tra loro. Già, da un paio di mesi. Tu..sei qui con amici? le chiese notando dei ragazzi della sua età seduti a un tavolo non lontano. Non doveva essere ad Hogwarts, in teoria? Eileen non si perse neanche lo zaino che portava la ragazza. Sembrava che sarebbe rimasta fuori quella notte.