Tornare a casa, almeno in teoria, dovrebbe sempre essere piacevole: quando ti chiudi la porta alle spalle, scaricando il borsone pesante dalla tua spalla sul pavimento di legno, annusando il profumo familiare della cucina e dei fiori freschi nel vaso, percepisci la sensazione, la piacevole ed accogliente sensazione di trovarti a
casa. Basta poco, tuttavia, perchè il confine tra la casa, dimora piacevole ed accogliente, e il semplice insieme di mura e finestre diventi opprimente.
Claire, almeno da piccola, si era sempre sentita protetta fra quelle mura: si trattava di un Manor enorme, costruito a pochi chilometri da uno dei pochissimi Villaggi completamente magici della Gran Bretagna, Godric's Hollow. Prima ancora che la pelle dei suoi consanguinei venisse macchiata dal Nero dell'Oscuro, le pietre di quel castello erano state depositate su un terreno verde e delizioso, perfetto per ricordare ogni giorno, a chiunque lo guardasse, quale fosse il suo elevato rango. Non era tuttavia per questo che lei l'aveva amato: i giochi con i suoi fratelli, le confidenze con sua sorella, la colazione sotto il tendone estivo con sua madre... erano tutti tasselli che le ricordavano, qualche volta, che cosa avesse perso in quella Guerra. Suo fratello, più di tutti, poco più che un adolescente, fin dalla culla era stato cresciuto con pregiudizi e pensieri malvagi tali da averle reso impossibile il conoscerlo: il Male aveva preso suo fratello molto prima che il tocco amorevole di una sorella potesse abbracciarlo. Da quando la Guerra era terminata, quel posto aveva smesso di essere una
casa per lei, divenendo un involucro vuoto con tantissime stanze. Certo, aveva smesso di considerare quel posto "casa" ancor prima, quando aveva rinunciato a seguire le istruzioni dei Mangiamorte ed aveva accettato di buon grado il rifugio in Francia offertole dalla madre... era per lei, dopotutto, che toccava ancora quel prato.
Si materializzò all'altezza della scalinata di pietra dell'ingresso principale, avviandosi subito alla porta e aprendola con un tocco della bacchetta: non c'era tempo di ammirare il paesaggio, non era certa che le sarebbe piaciuto. Un elfo in una casacca grigiastra - era quasi certa che il colore della stoffa fosse quello e non ne fosse causa la sporcizia - le prese il borsone.
"La padrona sta riposando, padroncina Claire - biasicò la creaturina, a voce bassissima -
Magari non è saggio svegliarla..." Pulvin era sempre stato molto attento allo stato di salute di sua madre, apparentemente la cosa non era cambiata negli ultimi mesi.
Si, certo, tranquillo... lascia mamma riposare. Io me ne starò un pò in Biblioteca, credo che l'odore delle vecchie pagine mi terrò distratta per qualche ora... un thè però lo prendo volentieri. Sorrise al piccolo elfo, che sbattè due volte le palpebre, quindi semplicemente trotterellò via, portandosi dietro la sua borsa.
La bionda si tolse il cappellino e la sciarpa che aveva indossato per il viaggio - anche se chiamarlo tale era un parolone - e si diresse sicura verso la scaletta laterale che conduceva al secondo piano della biblioteca, dove si trovava la sua poltrona di pelle preferita, la più comoda e la meno tetra della stanza. Nulla era cambiato dalla sua ultima visita, notò con piacere: l'ultimo libro che aveva letto era ancora sul tavolino. Lo riprese con un sorriso, accomodandosi sulla poltrona e, quasi all'istante, vide apparire con un <i>pop la tazza di thè. Si, poteva anche non essere la casa accogliente e confortevole che avrebbe voluto avere, ma si trattava pur sempre della sua di casa, questo poteva compensare il resto?
qualsiasi mio avo è benvenuto, vivo o morto ù.u